Sindrome da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD)

Disturbi Specifici dell’ Apprendimento



Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso (spesso associato anche ad altri disturbi specifici dell’apprendimento) in cui i sintomi più evidenti sono principalmente disattenzione, iperattività e impulsività.
In alcuni casi prevale il disturbo ipercinetico del comportamento, e vediamo allora che il bambino ha difficoltà a stare seduto (per esempio a tavola o nel banco di scuola), si contorce con insofferenza, si dimena, tocca tutto o gioca con qualsiasi cosa gli capiti a portata di mano, non tollera di soffermarsi in attività tranquille ma tende ad essere costantemente in azione.
In altri casi invece prevalgono forme di impulsività meno eclatanti ma comunque significative: il bambino si mostra sempre molto impaziente, tende ad esprimere le proprie emozioni senza alcuna inibizione (per esempio proferendo commenti inappropriati senza alcuna considerazione delle conseguenze), non tollera l’attesa e pretende di essere accontentato immediatamente, non riesce a rispettare le regole di comportamento in gruppo e nel gioco ( per esempio non riesce ad attendere il proprio turno).
Tutti questi comportamenti che possono rientrare nella sfera delle normali reazioni comportamentali di chiunque, diventano invece preoccupanti quando sono pervasivi e finiscono per interferire significativamente sul rendimento generale o sulla socializzazione del bambino.
Difatti in genere questo disturbo ha delle ricadute problematiche anche sulle relazioni interpersonali: capita spesso che questi bambini ricevano dei rifiuti dai compagni di scuola o di gioco proprio a causa del loro comportamento inadeguato, non cooperativo, non collaborante, e spesso anche aggressivo.
Secondo il prof. Tomatis nel disturbo ADHD si verifica la stessa condizione neurologica che incontriamo nell’ADD (vedi sopra) a cui si aggiungono però ulteriori specificità. Ritiene infatti che anche i bambini che soffrono di ADHD mostrano una identica ‘chiusura all’ascolto’ e la correlata ‘mancanza di selettività’ (la capacità di canalizzare le attività mentali e fisiche); ritiene però anche che la loro corteccia cerebrale invece di sentirsi stimolata e ricavare “l’energia di lavoro” dai suoni ascoltati (che potrebbero essere dati per esempio dalla voce dell’educatore a cui si dovrebbe fare attenzione) -come normalmente succede- , ricava invece la ‘ricarica’ dalla eccitazione della parte vestibolare dell’orecchio, ovvero dal movimento incessante: così il bambino diventa incapace di focalizzarsi , selezionare e direzionare il proprio comportamento.
La rieducazione all’ascolto del Metodo Tomatis riabilita il funzionamento dell’orecchio e riorganizza la trasmissione uditiva al cervello. In virtù delle connessioni nervose che intercorrono tra orecchio, corteccia prefrontale e gli altri centri cerebrali, con il trattamento audio-psico-fonologico il sistema nervoso aumenta la capacità di elaborazione e la capacità di giudizio: la stimolazione dei lobi frontali aiuta il bambino a pensare più velocemente, a migliorare le sue capacità previsionali e soprattutto a controllarsi prima di agire.
Spesso inoltre i bambini iperattivi dimostrano una maturazione emotiva paragonabile a quella di bambini più piccoli, e di solito riscontriamo che la loro età emotiva è riconducibile a quella in cui è possibile individuare nella loro storia una particolare difficoltà psicologica, una sorta di trauma emotivo, che inconsciamente ha mobilitato difese psichiche che ostacolano l’evoluzione. E qui accanto alle tecniche audio-psico-fonologiche entrano in campo anche le nostre competenze psicoterapeutiche.

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