Disturbo dell’attenzione (ADD) e della Concentrazione (Disturbo da Deficit Attentivo)

Disturbi Specifici dell’ Apprendimento



E’ un disturbo che si manifesta nella difficoltà ad impegnarsi nelle attività scolastiche, nella fatica a sostenere lo sforzo dell’apprendimento e nella difficoltà a portare a termine l’attività o il compito iniziato, per quanto le capacità intellettive non siano mai compromesse. Ogni stimolo, anche impercettibile ai più, è fonte di distrazione, quindi l’attenzione è sempre di corta durata, e sono frequenti gli errori di disattenzione. Spesso i bambini con questo disturbo sembrano mancare di interesse e di motivazione per qualunque attività scolastica, sono reticenti di fronte alla necessità di impegnarsi in un compito, tendono ad evitare le attività che pensano difficili , e mostrano un comportamento svogliato e trascurato anche verso le proprie cose: di frequente dimenticano il materiale necessario per le varie attività e sembrano perdersi nella propria fantasia.
Questo disturbo è indipendente dalla volontà del bambino e quindi rimproverarlo o sgridarlo non aiuta a migliorare la sua attenzione, se non per qualche istante.
Secondo il prof. Tomatis, quando va tutto bene, l’attenzione si attiva spontaneamente come reazione neurofisiologica di fronte agli stimoli sensoriali: questi mobilitano uno stato di vigilanza che consente al cervello di essere ricettivo ad ogni informazione proveniente dal mondo circostante; di conseguenza, considerando che l’apprendimento viene acquisito soprattutto tramite la comunicazione linguistica , è il suono (di cui il linguaggio è composto) a rappresentare lo stimolo principale che dovrebbe sostenere il livello di vigilanza. Il bambino disattento invece sembra non ascoltare. Ma non siamo di fronte ad un problema di udito, non è la capacità uditiva a risultare compromessa, bensì la capacità di ascolto. Si tratta infatti di 2 processi distinti: ascoltare non implica solo una reazione sensoriale passiva, ma significa anche mobilitare un processo percettivo selettivo, una sorta di sintonizzazione, che focalizza e dirige l’ascolto verso la fonte sonora selezionata (come potrebbe essere per esempio la voce dell’insegnante che emerge dal brusio della classe). Non a caso, a questo proposito Tomatis utilizza il concetto di ‘selettività’, proprio per indicare quel processo percettivo che permette di selezionare certi stimoli ambientali ed ignorarne altri, privilegiando quindi quelli ritenuti rilevanti. L’orecchio del bambino disattento non è capace di ‘selettività’, ascolta in modo distorto e spesso é ipersensibile: percepisce i suoni come se fossero un unico blocco di rumore indistinto da cui si sente bombardato, e da cui spesso cerca di proteggersi; anche per questo spesso questi bambini appaiono ‘chiusi’.
La rieducazione all’ascolto tramite l’Orecchio Elettronico in questi casi aiuta a reintegrare la capacità di analisi dei suoni e la capacità di selettività fino a ripristinare la facoltà di attenzione; inoltre contribuisce a dinamizzare il sistema nervoso centrale, a ricaricarlo dell’energia necessaria per incrementare anche la concentrazione e quindi potere prolungare con continuità uno stato di vigile consapevolezza e ricettività percettiva.

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